Parlamento Gpt. Una commissione giudicherà 30 progetti per applicare l’IA ai lavori di Montecitorio

Sarà presieduta dal filofoso e docente di Yale Luciano Floridi che al Foglio spiega: “L’IA uò rendere più fruibile per deputati e cittadini tutti i documenti parlamentari”. Tra i progetti una start-up che ha sviluppato un chat bot che spiega in modo semplice gli effetti degli emendamenti ai progetti di legge

 L’intelligenza artificiale in Parlamento aveva già fatto il suo debutto. Era il 31 maggio del 2023 e in pieno hype gptiano il senatore di Azione Marco Lombardo aveva letto il suo intervento svelando all’ultimo un segreto: “L’ha scritto ChatGPT”. Adesso però i modelli generativi large language model, di cui ChatGPT è solo il più celebre rappresentante, si preparano a sbarcare alla Camera dei deputati in modo più serio. Si cercano idee. Nei mesi scorsi – su iniziativa della vicepresidente di Montecitorio, la dem Anna Ascani – è stato pubblicato un bando per selezionare alcuni progetti per l’applicazione dell’intelligenza artificiale generativa ai lavori. I progetti presentati sono una trentina. Ieri è stata nominata la commissione che li giudicherà. Sarà presieduta dal filosofo Luciano Floridi, docente di Yale tra i massimi esperti di impatto etico delle nuove tecnologie. “I progetti sono già arrivati, inizieremo ad analizzarli presto. Stiamo organizzando il calendario”, dice al Foglio Floridi. Ma a cosa potranno servire in concreto?  “Attraverso l’IA – spiega il filosofo – si possono ottenere diverse cose: una migliore gestione della documentazione interna e una migliore fruibilità dei documenti per parlamentari e cittadini. Per la gestione della documentazione sarà possibile usare l’IA per vedere se ci sono mancanze all’interno di qualche legislazione o inconsistenze tra una legislazione e l’altra. Mentre sia i parlamentari sia i cittadini potranno potenzialmente usare un unico interfaccia per saperne di più su un determinato provvedimento: sul suo iter, su chi ha votato cosa, o su come ci si è accordati per arrivare alle modifiche del testo. Tutto materiale già disponibile ma molto difficile da consultare”.  Floridi non nasconde anche i rischi potenziali. “Questi strumenti funzionano in maniera stocastica e, come ChatGPT, possono  fornire a volte risposte incomplete o errate. Bisognerà minimizzare questo rischio e informare gli utenti che purtroppo ogni tanto qualcosa potrebbe andare storto”. 

Per ridurre i problemi è presumibile che si punterà su progetti che utilizzano modelli di intelligenza artificiale fine tuned, e cioè modelli addestrati su banche dati specifiche. “In questo modo – spiega Floridi – si abbassa il calore dello strumento: tanto più basso è il calore, tanto maggiore è l’attendibilità. Con il training su una banca dati specifica i bot saranno meno fantasiosi e divertenti, ma più attendibili”.  Un esempio del genere è quello di AsimoAi, una start-up fondata da Federico Bonomi, dottorando in Scienze politiche alla Luiss ed Ennio Filicicchia, ingegnere specializzato in robotica e Ia all’Eth di Zurigo, che ha partecipato al bando di Montecitorio. Questo software consente una fruizione semplificata degli emendamenti ai singoli provvedimenti. Spiega Bonomi: “Partendo da centinaia o migliaia di emendamenti incomprensibili,  in circa un’ora di tempo riesce a spiegare l’effetto di quegli emendamenti in modo chiaro. Questo permette di capire più facilmente quello che succede in Parlamento, rendendo più trasparente l’attività parlamentare e migliorando l’accountability delle istituzioni per tutti i soggetti interessati ai più disparati progetti di legge, dalle associazioni di categoria alle aziende”. Asimo Ai è un esempio di customizzazione dei più noti sistemi di intelligenza artificiale generativa. Come spiega l’altro fondatore, Ennio Filicicchia: “Per creare Asimov abbiamo usato diversi modelli di IA generativa. Alcuni sistemi sono stati addestrati completamente da noi  fine tuning sui modelli più noti come ChatGPT e Command”.

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