Turbolenze in volo: cosa c’è da sapere
Il recente incidente del volo Singapore Airlines SQ321, che ha causato la tragica morte di un passeggero e il ferimento di molti altri a causa di una forte turbolenza, ha riacceso i riflettori su un fenomeno che sta diventando sempre più frequente e intenso. Ma cosa sono le turbolenze? Sono davvero pericolose? E cosa possiamo aspettarci in futuro, con l’aggravarsi del cambiamento climatico?
In questo articolo, esploreremo le turbolenze in volo, sfatando alcuni miti e fornendo informazioni basate su dati scientifici e l’esperienza di esperti del settore. Scopriremo cosa sono le turbolenze, come si formano, quali sono i rischi per i passeggeri e gli aerei, e come i piloti cercano di prevenirle e gestirle.
Cosa sono le turbolenze e come si formano?
Le turbolenze sono movimenti irregolari dell’aria, simili a vortici, che si formano a causa di variazioni di temperatura, pressione o velocità del vento. Possono verificarsi a diverse altitudini e sono spesso associate a fenomeni meteorologici come temporali, fronti atmosferici o correnti a getto.
COME SI GENERA UNA TURBOLENZA? L’aria è un fluido, all’interno del quale possono mescolarsi e collidere masse più o meno dense e più o meno calde. Quando ciò avviene si formano dei vortici che, se attraversati dall’aereo, ne provocano l’instabilità. Le turbolenze possono essere leggere, con oscillazioni di 1-2 metri; moderate, e in questo caso si oscilla di 3-6 metri; forti o severe, con sbalzi anche di 30 metri.
Le turbolenze sono pericolose per i passeggeri?
Dipende. Le turbolenze si classificano in leggere, moderate e severe. Quelle leggere e moderate causano fastidio ma non rappresentano un pericolo. Le turbolenze severe possono provocare lesioni se non si indossa la cintura di sicurezza. La FAA stima che ogni anno circa 58 passeggeri negli Stati Uniti subiscano lesioni a causa di turbolenze, principalmente per non aver allacciato le cinture di sicurezza. In casi particolare le raffiche molto intense possono avere conseguenze gravi per alcuni passeggeri.
I piloti possono prevedere le turbolenze ed evitarle?
Spesso sì. I moderni aerei di linea sono dotati di radar meteorologici che permettono di individuare le zone di turbolenza con un certo anticipo. I piloti possono quindi tentare di evitarle modificando la rotta o l’altitudine di volo. Tuttavia, la National Transportation Safety Board (NTSB) stima che circa il 23% degli incidenti legati alle turbolenze sia causato da incontri inaspettati.
Allora come ha potuto nei giorni scorsi una turbolenza provocare un morto e decine di feriti?
«Le norme che regolano la navigazione aerea», ci spiega Erasmo Carrera, professore di Costruzioni e Strutture Aerospaziali al Politecnico di Torino e presidente della Associazione Nazionale di Aeronautica ed Astronautica AIDAA, «dovrebbero evitarlo. Solo alcune raffiche (in intensità e durata) sono infatti tollerate dalla normativa, negli altri casi gli aerei vengono fatti atterrare o dirottati. Il vero problema», sottolinea Carrera, «è che gli aeroplani sono stati progettati, qualificati e certificati ipotizzando condizioni di raffica che, ormai, non rappresentano più le condizioni di volo attuali, che stanno cambiando a causa del cambiamento climatico».
In altre parole per la “necessaria salvaguardia della vita umana”, stabilita dalle norme, servirebbero nuovi modelli di raffica per tutte le rotte di volo, anche impiegando i dati raccolti dai satelliti.
Nell’incidente del Singapore Airlines, comunque, bisognerà aspettare l’esito delle indagini per individuare le cause della morte del passeggero e capire se, come sembrerebbe dalle prime ricostruzioni, il suo stato di salute possa avere giocato un ruolo. Le prime descrizioni delle condizioni di volo fornite da altri passeggeri, i danni alle persone e agli arredi (video sotto), secondo il parere di molti esperti, fanno supporre che l’aeroplano avrebbe dovuto evitare il tipo di “raffica” incontrata.
Dunque il cambiamento climatico sta peggiorando le turbolenze?
Vero. L’aumento delle temperature globali sta alterando i modelli meteorologici, rendendo le turbolenze più frequenti e intense. Uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters ha rilevato che la turbolenza in aria chiara sull’Atlantico settentrionale è aumentata del 55% tra il 1979 e il 2020.
Ma è sempre possibile prevedere con esattezza quando si verificheranno turbolenze?
Mentre i radar meteorologici e le previsioni del tempo possono aiutare i piloti a identificare le aree a rischio, le turbolenze possono formarsi rapidamente e inaspettatamente. Alcuni tipi di turbolenza, come la “turbolenza in aria chiara” (CAT), sono particolarmente difficili da prevedere perché non sono associate a nuvole o altri fenomeni meteorologici visibili.
E che cosa succede se un aereo viene colpito da un fulmine?
Gli aerei sono strutture che fungono da “gabbia di Faraday” cioè “isolano” i passeggeri e gli strumenti di bordo, proteggendoli. Un fulmine può causare danni minori, come bruciature superficiali, ma raramente compromette la sicurezza del volo. In media, ogni aereo commerciale viene colpito da un fulmine almeno una volta all’anno, secondo la FAA.
In definitiva, le turbolenze sono il pericolo maggiore in volo?
La maggior parte degli incidenti aerei avviene durante le fasi di decollo e atterraggio e sono spesso causati da errori umani. Le turbolenze sono un fenomeno comune e fastidioso, ma raramente mettono a rischio la sicurezza del volo. Secondo l’International Air Transport Association (IATA), nel 2023 ci sono stati 30 incidenti mortali su 37,7 milioni di voli, la maggior parte dei quali non correlati alle turbolenze.
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