Gabriella Greison racconta la meccanica quantistica: “Una teoria dell’amore a distanza”
festa dell’innovazione
La divulgatrice alla Festa del Foglio su Wolgang Pauli, dal lettino di Jung all’entanglement quantistico. Una lezione per “dire basta alla paura delle nuove tecnologie”
08 giu 2024
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“L’intensità del mondo concentrata in un attimo”. La fisica e divulgatrice Gabriella Greison è intervenuta alla Festa del Foglio, raccontando dei padri della teoria quantistica e della capacità che questi hanno avuto nel rendere preistoria la scienza di Newton. “I fisici della prima rivoluzione quantistica come Schrödinger e Pauli avevano un problema di osservazione, erano un po’ dei voyeur”, spiega Greison: “Quando qualcosa di infinitamente piccolo viene osservato, improvvisamente diventa reale, ma prima poteva anche non esserlo. E’ il famoso esperimento di Schrödinger, quello del gatto nella scatola che può essere vivo o morto”. E aggiunge: “Pauli dal canto suo voleva armonizzare le regole dell’infinitamente piccolo con la realtà osservabile. Voleva lasciare in eredità un mondo in cui tutto fosse collegato”.
Un personaggio (come Schrödinger, che era bigamo) a modo suo controverso: “Beveva, andava per bordelli, faceva a botte. Andava in analisi da Jung per capire cosa fosse l’amore. Diventò la sua ossessione, ma non gli impedì di scrivere la sua teoria unificatrice: l’entanglement quantistico, per cui due sistemi di particelle si scambiano informazioni anche quando vengono allontanati l’uno dall’altro”. Schrödinger e Pauli hanno messo insieme le loro teorie “per descrivere l’amore a distanza”.
Scoperte che hanno plasmato il nostro mondo, quello in cui “dobbiamo dire basta alla timidezza, la tecnologia ci salva dalle preoccupazioni, dai cambiamenti climatici. Apriamo le porte all’intelligenza artificiale generativa, il nucleare di nuova generazione in quattro anni è qui. La paura dobbiamo farla fuori con la forza”. In questo senso, la lezione dei creatori della fisica quantistica è che “la forza non è mai un fatto individuale, ma collettivo. Dobbiamo mettere l’energia in circolo, in fisica la risonanza è un fenomeno prezioso, si chiama interferenza costruttiva. Solo così si oltrepassano gli ostacoli: facendo bosco con gli altri”.
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