L’intelligenza artificiale ha creato un’app per riprodurre le voci dei defunti e dialogare con loro. Ecco come funziona

Per i creatori di trame per libri e film di fantascienza sembra sempre più complicato immaginare scenari futuribili che non stiano già per delinearsi nel nostro presente. Oggi per esempio con app denominate “Afterlife” è possibile riprodurre le sembianze e le voci dei propri cari defunti e dialogare con loro, pagando un abbonamento, in ogni momento della giornata. Ora, prima ancora di arrivare a fare considerazioni di tipo scientifico, sembrerebbe evidente che un’opportunità del genere porti con sé dei rischi non da poco sull’impossibilità a elaborare il lutto o a crearsi un mondo parallelo in cui immergersi come antidoto al dolore.

I dubbi dei ricercatori
Tutti rischi presi in considerazione da uno studio pubblicato sula rivista Philosophy & Technology dai ricercatori Tomasz Hollanek e Katarzyna Nowaczyk-Basinska dell’Università di Cambridge. Appare ormai evidente che siamo di fronte a un progresso vertiginoso delle chat basate sull‘Intelligenza Artificiale che favorisce la nascita di moltissimi servizi che superano spesso l’immaginazione. Tra le app Afterlife più recenti ci sono Project December e HereAfter, che pagando un abbonamento mensile garantiscono di poter mantenere vivo digitalmente un caro estinto. Uno dei tanti interrogativi che generano questi strumenti è anche di tipo etico. Per esempio, che cosa succederebbe se app di questo tipo iniziassero a proporre offerte commerciali, attraverso magari la voce di una nonna, con la possibilità e il pericolo di manipolare psicologicamente gli utilizzatori? I ricercatori di Cambridge hanno provato a immaginare tre possibili scenari di un futuro prossimo, possibili rischi e contromisure. I più esposti saranno ovviamente minori e persone fragili, ma nessuno può dirsi immune: Il potenziale effetto psicologico, soprattutto in un momento già difficile, potrebbe essere devastante”, ha detto Nowaczyk-Basinska. Occorre capire come normare, mitigare i rischi sociali e psicologici dell’immortalità digitale, “perché la tecnologia è già qui”, concludono gli autori.

Il parere dell’esperta
Entrando ancora più nello specifico, “per poter comprendere appieno i possibili rischi generati dall’utilizzo legati all’App afterlife è necessario comprendere i complessi meccanismi legati all’elaborazione del lutto”, spiega al FattoQuotidiano.it la dottoressa Elisa Caponetti, psicologa e psicoterapeuta. “Riuscire a superare la perdita di un proprio caro è un processo lungo e complesso caratterizzato dall’espletamento di vissuti contrastanti e dolorosi: iniziale stordimento, negazione e rifiuto nel tentativo di negare la realtà della perdita subita; ma anche rabbia, rivolta sia verso se stessi che verso le persone vicine e ancor più spesso avvertita nei confronti della persona defunta, depressione e profonda tristezza data dalla consapevolezza dell’irrimediabilità della morte, disperazione che segue a questa presa di coscienza e infine accettazione in cui dopo tanto dolore ci si riappacifica con la realtà. L’elaborazione del lutto implica un importante e delicato processo di adattamento dell’individuo allo stress e alla tensione emotiva generata dalla perdita della persona cara”.

Si affaccia la possibilità di mettere a rischio l’equilibrio psichico di chi utilizza queste app?
“L’utilizzo di queste app può rischiare di creare rilevanti interferenze non soltanto sull’equilibrio della propria salute psichica, ma anche compromettere il processo di elaborazione conseguente alla perdita. È facile generare un blocco nella risoluzione del lutto restando legati al passato, o ancora, attaccarsi all’illusione che il proprio caro non ci abbia mai abbandonato. Per i soggetti più fragili, ovvero anziani e bambini, è ancora più potente il rischio manipolativo potendo generare facilmente possibili fughe dalla realtà per proteggersi dal dolore devastante che genera la perdita”.

Un modo sano di elaborare il lutto che effetti ha sulla persona?
“L’elaborazione sana del lutto consente di creare un nuovo spazio mentale al proprio caro e riprendere il proprio percorso di vita, e ciò permette di sviluppare anche nuove e diverse capacità di adattamento con la scoperta di un nuovo senso di sé e del mondo, e un luogo nella vita interiore in cui il proprio caro è presente”.

Tutto questo però non è così facile
“Certo, subire un lutto importante è un evento traumatico che ci rende enormemente fragili poiché con la perdita di una persona cara perdiamo anche la sicurezza in noi stessi e diventiamo maggiormente esposti a sviluppare situazioni di difficoltà. È importante allora, quando ciò accade, riuscire a trasformare il nostro rapporto con il defunto che non deve venire dimenticato ma interiorizzato. Per contro, l’utilizzo di questo tipo di app rischia di compromettere questo importante processo risolutivo”.

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