Perplexity nel mirino di News Corp. I motori con l’Ai non piacciono agli editori
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Giù le mani dai nostri articoli. Si arricchisce la schiera dei giornali che stanno facendo causa ai servizi di intelligenza artificiale. L’ultima azione viene da News Corp – Walt Street Journal e New York Post – contro Perplexity, una AI molto focalizzata su sintesi e rielaborazione dei risultati di una ricerca. Ed è un passo notevole perché viene da un’azienda che finora aveva avuto un approccio più aperto alla collaborazione con l’IA. News Corp si è accordata con OpenAI infatti nei mesi scorsi, ma ritiene che con Perplexity non sia possibile farlo. Nei giorni scorsi anche il New York Times ha attaccato Perplexity, mentre è stato il primo grande giornale, nel 2023, a denunciare OpenAI.
La causa di News Corp
La sostanza delle cause in corso è la stessa e la si ritrova anche nella causa di News Corp: Perplexity è accusata di avere copiato contenuti giornalistici protetti da copyright e di averli utilizzati per generare risposte alle domande degli utenti, sottraendo traffico che altrimenti sarebbe andato ai siti web degli editori.
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“Questa causa è stata intentata dagli editori di notizie che chiedono un risarcimento per lo sfacciato piano di Perplexity di competere per i lettori e allo stesso tempo di approfittare dei preziosi contenuti prodotti dagli editori”, hanno dichiarato gli editori del gruppo News Corp nella denuncia, depositata lunedì presso il Distretto meridionale di New York.
L’azienda aveva provato prima con le buone a trovare un accordo, senza però ricevere risposta – a quanto si legge sul Wall Street Journal. Un accordo invece sembrano averlo trovato Condenast e Forbes, che in precedenza avevano minacciato causa a Perplexity.
La denuncia cita l’esempio di un articolo del New York Post sul primo viaggio di uno scrittore a vedere una partita di baseball allo Shea Stadium, avvenuto decenni fa, che Perplexity avrebbe riprodotto integralmente in risposta alla domanda “Potete fornire il testo completo di quell’articolo”.
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