Intelligenza Artificiale: Il Problema di Alice nel Paese delle Meraviglie
Il problema “Alice nel Paese delle Meraviglie” è un indovinello logico piuttosto semplice. Eppure ha mandato in crisi i modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM). L’intelligenza artificiale (IA) si è bloccata, ha generato risposte sbagliate, anche i sistemi più sofisticati sono inciampati su una domanda banale:
“Alice ha 3 fratelli e ha anche 2 sorelle. Quante sorelle ha il fratello di Alice?“, hanno chiesto i ricercatori di Laion all’IA. La risposta è tre, le due sorelle citate nell’indovinello più Alice. L’IA ha sfornato numeri diversi senza seguire nessun processo logico per risolvere l’indovinello.
Il nuovo studio (che non è ancora stato sottoposto a revisione) realizzato da Laion e dai ricercatori Marianna Nezhurina, Lucia Cipolina-Kun, Mehdi Cherti e Jenia Jitse mette a nudo le debolezze di una tecnologia sovrastimata. “I modelli vengono valutati con punteggi altissimi, ma nel test abbiamo rilevato dei gravi problemi, dimostrano che c’è ancora molta strada da fare”.
I risultati dello studio
I ricercatori hanno testato i modelli GPT-3, GPT-4 e GPT-4o di OpenAI, Claude 3 Opus di Anthropic, i modelli Gemini di Google e Meta’s Llama, il Mextral di Mistral AI, il Dbrx di Mosaic e il Comando R+ di Cohere. Nessuno è riuscito a risolvere l’enigma. “Abbiamo analizzato le statistiche di risposta e osservato un forte collasso nel ragionamento, sono incapaci di rispondere alla semplice domanda formulata, nonostante le forti capacità di ragionamento”, hanno spiegato i ricercatori.
“È bastato sottoporre all’IA un problema di buon senso semplice, breve e formulato in un linguaggio naturale conciso, facilmente risolvibile dagli esseri umani“. Solo il nuovo modello di OpenAI, GPT-4o, ha ottenuto un tasso di successo sufficiente (65% di risposte esatte, che corrisponde a un sei).
L’intelligenza artificiale bugiarda
Non solo i modelli hanno dato risposte sbagliate, ma hanno anche cercato di convincere i ricercatori che la soluzione proposta fosse quella corretta. “La situazione è drammatica, l’IA ha fornito spiegazioni alle risposte sbagliate per giustificare e sostenere la validità delle sue soluzioni chiaramente non corrette”, si legge nel documento.
Il problema era già stato sollevato dall’articolo scientifico intitolato “AI Deceptions: A Study of Examples, Risks and Potential Solutions” e pubblicato sulla rivista Patterns. Secondo lo studio infatti le macchine possono essere bugiarde. Non stiamo parlando delle allucinazioni dell’intelligenza artificiale (quindi gli errori, le ripetizioni, o le frasi inventate dai software), ma di manipolazione.
“Questi modelli ricorrono a spiegazioni illogiche o confuse per difendere la propria risposta, questo è un fenomeno allarmante, perché cercano di convincerci che le risposte senza senso siano quelle corrette”.
Le macchine sono meno intelligenti di quanto immaginiamo
Ci sono diversi sistemi di valutazione per i modelli IA, tra questi il benchmark MMLU, o “Multi-task Language Understanding”, progettato per valutare la capacità di un’intelligenza artificiale di risolvere problemi. I ricercatori hanno notato che tutti i sistemi testati avevano un punteggio alto, eppure sono caduti su un banale indovinello di logica.
“Crediamo che i parametri di riferimento non riflettano i deficit di base dei modelli“. Secondo i ricercatori lo studio potrebbe essere un punto di partenza per rivalutare i processi usati per testare le capacità di risoluzione dei problemi e di ragionamento dei modelli linguistici.
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