Telemedicina per il paziente diabetico: ecco il “modello Modena”

Sono numerosi potenzialità e vantaggi apportati dall’applicazione della telemedicina all’interno dei percorsi di assistenza e cura, in particolare per quanto riguarda le patologie croniche come il diabete, il cui sviluppo ha
avuto una forte accelerazione in seguito all’ondata pandemica.

Ecco i vantaggi offerti dal “modello Modena”, a cura di un trio di aziende sanitarie della provincia emiliana.

Indice degli argomenti

Telemedicina per il paziente diabetico: i benefici

Ottimizzazione e razionalizzazione dei processi sanitari, per migliorare
l’appropriatezza dei percorsi di presa in carico e allo stesso tempo valorizzare le differenti professioni sanitarie, con un auspicato impatto sul contenimento della spesa.

È partito proprio dal Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA), dedicato alle persone affette da diabete, il lavoro che le tre aziende sanitarie della provincia di Modena (l’Azienda USL di Modena, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e l’Ospedale di Sassuolo SpA) stanno portando avanti da circa due anni nella direzione di un crescente utilizzo della
telemedicina.

Al lavoro è un gruppo multiprofessionale e multidisciplinare complementare e trasversale, formato da figure sanitarie (come medici di organizzazione, clinici, professioni sanitarie e di servizi di staff), figure amministrative (Privacy e comunicazione) e infine tecniche (ingegneria clinica e ICT).

Il progetto Tele-PDTA

Il progetto che ne è scaturito, denominato “La telemedicina come strumento di
implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici delle patologie croniche: il Tele-PDTA del percorso diabete”, è valso la nomina tra i nove finalisti del Premio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano.

Si tratta di un importante riconoscimento per l’attività svolta dal gruppo provinciale e interaziendale sulla telemedicina, che sta facendo dialogare tecnologia e professionisti di diversi ambiti, dagli specialisti ai medici di medicina generale, passando per l’infermieristica di comunità, per migliorare la presa in carico dei pazienti e l’aderenza ai percorsi di assistenza e cura.

La riorganizzazione dell’assistenza territoriale

Il ricorso alla telemedicina, del resto, è uno dei pilastri a supporto della
riorganizzazione dell’assistenza territoriale
, a favore della interconnessione tra ospedale e territorio. E tra i primi interventi in questa direzione, nel 2023, c’è proprio quello in ambito diabetologico, con l’introduzione nel PDTA dei servizi di televisita, teleconsulto e teleassistenza per la presa in carico del follow-up dei pazienti con diabete di tipo 1 e di tipo 2 in differenti contesti assistenziali. Ad oggi sono state erogate 110 televisite e oltre 120 teleconsulti, grazie all’adesione al progetto dello Specialista on call, un canale diretto tra
specialisti e medici di famiglia
.

Poi, nel gennaio 2024, è avvenuto l’approdo della telerefertazione. Si tratta della refertazione a distanza, da parte dello specialista, degli elettrocardiogrammi (ECG) e delle retinografie eseguite dalle infermiere di comunità. Il servizio è rivolto ai pazienti con diabete mellito di tipo 2 in carico ai servizi diabetologici e al medico di medicina generale.

Grazie a fondi PNRR sarà possibile acquisire il software per l’archiviazione delle immagini dei retinografi e in questa prima fase non è previsto un incremento dei costi, in quanto si utilizzano risorse tecnologiche e professionali a disposizione.

Questo percorso implica un approccio di medicina d’iniziativa con chiamata attiva del paziente, una stretta collaborazione fra infermiere di comunità e medico di medicina generale, e un investimento importante sulla formazione del personale infermieristico all’utilizzo dei retinografi ed ECG.

La formazione ha interessato i sette distretti sanitari in cui è suddiviso il territorio provinciale modenese, portando alla presa in carico da parte dell’infermiere di comunità dei pazienti con diabete mellito di tipo 2 in gestione integrata in stretta collaborazione con i medici di medicina generale, i professionisti dei servizi diabetologici e gli specialisti ambulatoriali e ospedalieri.

Obiettivo: ridurre le liste d’attesa e favorire un’adesione consapevole

Il progetto di telemedicina applicata alla diabetologia prosegue con l’obiettivo di
contribuire alla riduzione delle liste d’attesa e al miglioramento dell’assistenza degli oltre 44mila cittadini modenesi affetti da questa patologia cronica.

Infine, parallelamente all’avanzamento del progetto, è prevista una valutazione della qualità percepita sia dei pazienti sia degli operatori coinvolti, in continuità con il progetto di revisione del materiale informativo sulla televisita secondo i criteri della health literacy, presentato al Forum Risk Management del novembre scorso.

Tra le azioni per ridurre il rischio di comunicazione inefficace, con conseguente possibile mancata adesione da parte del paziente alla modalità proposta, si è lavorato a una revisione partecipata con un gruppo di cittadini di un testo informativo scritto dai professionisti riguardo le principali informazioni sulla televisita, da consegnare al paziente candidabile alla nuova modalità.

All’attività di revisione partecipata ha contribuito un gruppo di 20 persone variegato per caratteristiche socio-demografiche.

Il lavoro di analisi sul testo, finalizzato a verificarne la chiarezza, l’esaustività e la comprensibilità hanno inoltre consentito di individuare punti di difficile comprensione che sono stati semplificati, integrando con il punto di vista dei fruitori finali il materiale informativo predisposto dai professionisti.

Così si aumenta la probabilità che risulti effettivamente comprensibile per chi non ha competenze specifiche sul tema e favorendo, di conseguenza, un’adesione informata e consapevole alla modalità della televisita.

Autore del post: Agenda Digitale Fonte: https://www.agendadigitale.eu/ Continua la lettura su: https://www.agendadigitale.eu/sanita/telemedicina-per-il-paziente-diabetico-ecco-il-modello-modena/

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