IA in corsia al posto dei medici: gli italiani sono scettici

L’intelligenza artificiale sta guadagnando terreno in ambito sanitario, ma gli italiani mantengono un atteggiamento cauto verso questa tecnologia.

Secondo un’indagine della Fondazione Medicina sociale e innovazione tecnologica (Mesit), condotta su un campione di 1000 persone, il 46,3% si fiderebbe poco di una diagnosi senza intervento umano, mentre il 40% si fiderebbe “abbastanza”.

Nonostante le riserve, gli italiani credono che digitalizzazione e IA possano migliorare la qualità dei servizi sanitari, specialmente per cartelle cliniche e prenotazioni online.

Attualmente, la fiducia nei medici rimane alta – nove italiani su dieci danno ancora molto credito alle valutazioni dei dottori in carne e ossa (“molto” o “abbastanza”) – anche se molti lamentano una mancanza di chiarezza nelle loro spiegazioni.

L’indagine rivela anche che il 17,7% degli italiani si informa su temi sanitari attraverso il web, mentre la maggioranza continua a fare affidamento sui medici. Le opinioni sull’affidabilità delle notizie online sulla salute sono divise: il 44,8% le ritiene “poco affidabili”, il 42,2% “abbastanza affidabili”.

Tra i principali timori legati all’IA in ambito medico, emergono l’affidabilità della diagnosi, la protezione dei dati, la potenziale sostituzione del personale medico e la crescente dipendenza tecnologica.

Un’indagine condotta dal Politecnico di Milano su 1000 medici mostra un crescente interesse e utilizzo dell’IA, con benefici percepiti come superiori ai rischi.

“C’è una grande crescita di interesse sull’Intelligenza artificiale da parte dei medici e anche una progressivo aumento dell’utilizzo” spiega Deborah De Cesare, Direttrice dell’Osservatorio sulla sanità digitale del Politecnico di Milano.

Il settore farmaceutico sta già beneficiando dell’IA, con una riduzione del 40% nei tempi di sviluppo dei nuovi farmaci. Tuttavia, come sottolineato dal Presidente di Farmindustria Presidente di Sanofi, Marcello Cattani, l’Italia deve ancora cogliere appieno queste opportunità per rimanere competitiva a livello internazionale.

“Segnalo che la Cina ha da poco superato l’Europa nello sviluppo dei nuovi farmaci e che Paesi più vicini al nostro come Finlandia e Francia hanno appena varato le Agenzie per la salute digitale” ha detto Cattani.
 

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