L’AI alleata del paziente: verso una sanità più accessibile e inclusiva

L’idea di patient centricity – mettere il paziente al centro del percorso di cura – è da anni un punto cardine della sanità moderna. Ma oggi, questo concetto sta per vivere una trasformazione senza precedenti grazie all’intelligenza artificiale (AI), che sta offrendo ai pazienti non solo una maggiore autonomia, ma anche la possibilità di agire in modo indipendente e consapevole.
Con l’AI, è ora possibile accedere a risorse cliniche in tempo reale, senza dover passare attraverso intermediari costosi o affrontare i ritardi che spesso ostacolano il percorso di cura.
Indice degli argomenti
L’AI e i modelli linguistici: nuove frontiere per l’autonomia del paziente
I Large Language Models (LLM), come ChatGPT e altri, stanno emergendo come potenti strumenti di supporto per i pazienti, consentendo loro di accedere a informazioni mediche accurate e di prendere decisioni informate. Grazie a questi modelli, i pazienti possono oggi comprendere e interpretare i risultati delle proprie analisi, ottenere risposte su sintomi specifici, valutare trattamenti o identificare alternative terapeutiche in modo rapido e accessibile.
Questo empowerment offre ai pazienti non solo informazioni, ma anche una forma di competenze cliniche pratiche a cui non avrebbero potuto accedere autonomamente. In questo scenario, i pazienti sono in grado di gestire la propria salute in modo attivo, accelerando il processo decisionale, con risultati migliori sia in termini di aderenza terapeutica che di outcomes clinici.
Durante l’ultima edizione della conferenza Frontiers Health, Dave deBronkart, noto come “e-Patient Dave“, ha evidenziato il ruolo cruciale dei dati sanitari e l’importanza della partecipazione attiva dei pazienti nella propria cura, un concetto fondamentale per un sistema sanitario più moderno e inclusivo.
Durante il suo intervento ha spiegato come i pazienti stiano diventando agenti attivi, grazie alle tecnologie emergenti, tra cui i sistemi di intelligenza artificiale, che offrono accesso diretto a informazioni cliniche. DeBronkart ha condiviso la sua esperienza personale, raccontando come un approccio proattivo e informato alla sua salute gli abbia permesso di superare una diagnosi inizialmente infausta di cancro ai reni. Questo lo ha portato a sostenere l’empowerment dei pazienti e una “rivoluzione” del rapporto medico-paziente, basata sulla collaborazione e sull’accesso aperto ai dati sanitari in tempo reale.
Innovazione guidata dai pazienti: associazioni e organizzazioni in prima linea
L’AI ha dato vita a un fenomeno senza precedenti di innovazione guidata dai pazienti: sono gli stessi pazienti a spingere per soluzioni personalizzate e a promuovere strumenti che rispondano a esigenze specifiche.
La Patient-Led Research Collaborative (PLRC)
Ad esempio, Patient-Led Research Collaborative (PLRC) è un gruppo di pazienti affetti da Long COVID che ha lanciato uno dei primi studi di ricerca completamente guidati dai pazienti, utilizzando modelli AI per analizzare i dati raccolti, identificare pattern utili alla comprensione della malattia, automatizzare la classificazione dei sintomi e personalizzare le strategie di trattamento.
La community Eyes on the Future
La community Eyes on the Future, fondata da Silvia Cerolini e presentata in un interessante talk a Frontiers Health 2023, supporta la ricerca sull’Amaurosi Congenita di Leber, una malattia genetica rara che causa cecità progressiva, collaborando con data scientist per analizzare immagini della retina e creare modelli predittivi utili alla diagnosi precoce e allo sviluppo di terapie innovative.
La comunità OpenAps
OpenAPS, una comunità di pazienti diabetici di tipo 1, ha sviluppato un sistema open-source per la gestione automatizzata dell’insulina, sfruttando algoritmi AI per prevedere i livelli di glucosio e regolare automaticamente la somministrazione di insulina tramite pompe per infusione, migliorando il controllo glicemico senza necessità di intervento medico continuo.
The Brain Tumour Charity
Infine, The Brain Tumour Charity, dedicata alla ricerca e al supporto dei pazienti con tumori cerebrali, collabora con esperti di AI per sviluppare strumenti di imaging avanzato che favoriscono la diagnosi precoce e la personalizzazione dei trattamenti.
Questi esempi dimostrano come l’Intelligenza Artificiale non sia solo un supporto per il sistema sanitario, ma anche un catalizzatore per le associazioni di pazienti che vogliono accelerare la ricerca e migliorare la qualità della vita di chi convive con condizioni croniche o rare.
Superare le barriere: accessibilità, velocità e riduzione dei costi
L’AI non solo facilita l’accesso a informazioni e cure, ma riesce a ridurre significativamente i costi associati alla consulenza clinica. Attraverso app e assistenti virtuali basati su AI, i pazienti possono oggi effettuare valutazioni preliminari o monitorare la propria salute senza spese eccessive, potendo anche contare su risposte in tempi rapidissimi.
Il Professor Joseph Cafazzo dell’Università di Toronto, responsabile del Centre for Global eHealth Innovation, sottolinea che i pazienti hanno una grande capacità di prendersi cura di sé stessi, se messi nelle giuste condizioni. In particolare, il design delle tecnologie deve essere incentrato sull’utente, altrimenti rischia di diventare un onere piuttosto che una soluzione. Cafazzo pone anche l’accento sull’importanza di raccogliere dati in tempo reale per ottenere nuove intuizioni su come gestire le malattie croniche, suggerendo che l’AI può essere uno strumento prezioso se usata correttamente.
Esistono app che consentono di attivare programmi salute che aiutano a prevenire e gestire condizioni mediche e malattie che offre programmi di prevenzione personalizzati, integrando servizi di monitoraggio e consulenze. Questi strumenti aiutano i pazienti a comprendere meglio il proprio stato di salute e a ricevere assistenza puntuale.
Organizzazioni come Ada Health utilizzano l’AI per offrire servizi di triage e supporto clinico che consentono ai pazienti di ricevere orientamenti e consigli di salute personalizzati, contribuendo a una sanità più equa e sostenibile. In questo modo, l’AI riduce le disparità di accesso e porta cure di qualità anche nelle aree più remote, abilitando una sanità più equa e vicina al paziente.
Dai chatbot all’assistenza virtuale: un ecosistema di supporto in tempo reale
Oltre ai LLM, i chatbot e gli assistenti virtuali stanno fornendo un supporto senza precedenti ai pazienti, accompagnandoli nel percorso di cura e rispondendo alle loro domande 24 ore su 24. Questi strumenti sono particolarmente utili per quei pazienti che necessitano di assistenza continua, come le persone anziane o chi vive con malattie croniche, poiché permettono di monitorare in modo costante sintomi e parametri vitali.
Un esempio significativo è rappresentato da My Smart Diary, un diario digitale pensato per supportare chi soffre di disturbi alimentari, sviluppato dalla Fondazione per la sostenibilità digitale. Applicazioni come questa stanno rendendo l’assistenza sanitaria più proattiva, riducendo il rischio di complicazioni e migliorando il benessere complessivo dei pazienti.
Un altro caso interessante è Wysa, un assistente virtuale basato sull’AI che offre supporto psicologico ai pazienti con ansia e depressione, aiutandoli a gestire lo stress attraverso tecniche di terapia cognitivo-comportamentale.
Una trasformazione sostenibile e inclusiva
L’AI sta dunque cambiando il volto della sanità, ponendo i pazienti al centro di un sistema più inclusivo e flessibile. Tuttavia, questa rivoluzione presenta anche delle sfide, come la necessità di garantire la privacy dei dati e l’equità di accesso. È fondamentale che i sistemi basati su AI siano trasparenti e progettati per non introdurre bias o discriminazioni, in modo che tutti i pazienti possano beneficiarne in modo equo. Un altro aspetto critico è la dipendenza dalla tecnologia. Se i pazienti iniziano a fare affidamento esclusivo sugli strumenti di AI per gestire la propria salute, potrebbero trascurare l’importanza del consulto diretto con i professionisti sanitari.
In definitiva, l’intelligenza artificiale sta abilitando una patient centricity 2.0, dove i pazienti hanno il potere di partecipare attivamente al proprio percorso di cura, con un accesso più diretto alle risorse mediche e una capacità mai vista di gestire autonomamente la propria salute. Se guidata con attenzione, questa rivoluzione renderà la sanità non solo più efficiente, ma anche più empatica e accessibile.
Autore del post: Agenda Digitale Fonte: https://www.agendadigitale.eu/ Continua la lettura su: https://www.agendadigitale.eu/sanita/lai-alleata-del-paziente-verso-una-sanita-piu-accessibile-e-inclusiva/
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