Spiare le chat è reato: la Cassazione fa chiarezza

Con l’ordinanza depositata il 5 giugno 2025 (Sez. V, n. 22819/2025) la Corte di Cassazione ha ribadito che accedere di nascosto all’account WhatsApp altrui integra il reato di accesso abusivo a sistema informatico (art. 615-ter c.p.). La pronuncia prende le mosse da un caso in cui un coniuge, impossessatosi del cellulare dell’altro, aveva consultato e fotografato intere conversazioni private per poi utilizzarle in giudizio.

I punti salienti della decisione

  1. Sistema informatico protetto – Il telefono, ancorché sbloccato o momentaneamente incustodito, rientra nella nozione di “sistema protetto” perché l’accesso è riservato al titolare mediante credenziali (PIN, impronta, Face ID).

  2. Mancanza di consenso – L’assenza di autorizzazione dell’intestatario rende la condotta penalmente rilevante anche se l’app era già aperta.

  3. Tutela costituzionale – La Corte richiama l’art. 15 Cost. (segretezza di comunicazioni e corrispondenza) e l’art. 8 CEDU, ricordando che la riservatezza digitale gode di pari dignità rispetto alla corrispondenza tradizionale.

Altre pronunce e riferimenti normativi

  • Cass. pen., Sez. V, n. 15071/2021: configurato il 615-ter per chi legge i messaggi social del partner con password carpita.

  • Trib. Milano, 22 aprile 2023: risarcimento di 10 000 € per violazione del GDPR (artt. 5-6 e 32) a carico di un datore che aveva letto le chat dei dipendenti.

  • Art. 617-quinquies c.p. (intercettazioni illecite) può concorrere se le conversazioni sono riprodotte o divulgate a terzi.

Sanzioni previste

  • Reclusione da 1 a 5 anni (615-ter, co. 3) se l’accesso avviene con furto di credenziali o con abuso delle qualità di amministratore.

  • Aggravante ex art. 61 n. 11-octies se l’autore è partner o convivente.

  • Obbligo di risarcimento del danno non patrimoniale alla vittima.

Consigli pratici per prevenire intrusioni

  1. Blocca lo schermo con PIN o biometria e attiva il blocco automatico dopo pochi secondi.

  2. Abilita la “verifica in due passaggi” di WhatsApp e aggiorna regolarmente l’app.

  3. Non condividere mai il codice di sblocco e diffida da richieste di “controllare un attimo” il tuo telefono.

  4. Backup crittografato: imposta la cifratura end-to-end anche su Google Drive/iCloud.

  5. Segnala subito al provider e, se necessario, alle Forze dell’Ordine eventuali accessi sospetti.

Il contributo di Associazione Koinokalo – Genitori Digitali

All’Associazione Koinokalo APS crediamo che la tutela della privacy sia un tassello fondamentale della cittadinanza digitale. Con il progetto Genitori Digitali:

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