OpenAI ha svelato ChatGpt Search, l’atteso motore di ricerca che sfida Google
“Ottieni risposte rapide e tempestive con collegamenti a fonti web pertinenti”.
OpenAI usa poche, semplici parole per annunciare uno dei suoi progetti più ambiziosi.
Si tratta di un nuovo motore di ricerca basato su intelligenza artificiale, chiamato ChatGpt Search, che sfiderà Google in un settore che vale diverse centinaia di miliardi di dollari all’anno, grazie agli annunci pubblicitari.
Alla nuova funzione, già disponibile anche in Italia, si accede dalla schermata principale di ChatGpt, sia da desktop che da app: è sufficiente spingere l’icona a forma di mappamondo, che ora si trova vicino alla graffetta con cui si caricano i documenti e le fotografie.
A quel punto si digita una domanda con un linguaggio naturale – la prerogativa di strumenti come ChatGpt sta proprio nella capacità di comprenderlo alla perfezione – e si ottiene una risposta discorsiva al posto della tradizionale serie di link (quella, in pratica, che finora ha fatto la fortuna di Google).
Per esempio si può chiedere a ChatGpt Search, senza dover neanche specificare il contesto [quello delle presidenziali americane] “chi è in vantaggio tra Donald Trump e Kamala Harris”.
L’IA generativa su cui si basa il chatbot, dopo aver fatto un riferimento al giorno delle elezioni [5 novembre 2024], fornisce a quel punto quattro sondaggi che riguardano la corsa alla Casa Bianca: il primo diffuso da Reuters, il secondo da Money.it. Poi l’IA si concentra sugli “swing states”, spiegando che “spesso determinano l’esito delle elezioni”, e cita altri due sondaggi: uno pubblicato dal New York Post e l’altro, invece, dal Times.
Ogni fatto o dato riportato da ChatGpt Search è contraddistinto da un’etichetta che evidenzia la fonte utilizzata dall’intelligenza artificiale per generare la sua risposta. Se si clicca un’etichetta, si apre il sito da cui l’IA ha estratto le informazioni.
Sotto la risposta del chatbot, infine, c’è una selezione di link per approfondire l’argomento.
Non sempre i link “scelti” appartengono alle testate o ai siti utilizzati da ChatGpt per comporre il suo testo che, lo ricordiamo, è inedito.
L’intelligenza artificiale non copia, né fa una sintesi di ciò che ha letto sulle fonti consultate: sfrutta invece l’addestramento che ha ricevuto, attraverso lo “studio” di miliardi di testi, per generare nuovi scritti.
Finora i chatbot come ChatGpt, o Gemini o Claude, hanno avuto difficoltà nel restituire informazioni in tempo reale, così come riesce invece a fare alla perfezione Google.
Il problema di questi nuovi strumenti è sempre stato la loro tendenza ad “allucinare” i contenuti, vale a dire a produrre risposte credibili e plausibili ma totalmente inventate. Questo, inizialmente, si doveva alla conoscenza limitata dei Large Language Models sui si basa, appunto ChatGpt: modelli di intelligenza artificiale che hanno assimilato informazioni fino a una determinata, e che non sanno nulla di ciò che è successo in seguito.
OpenAI ha risolto temporaneamente questo problema introducendo, già da diverso tempo, la possibilità di chiedere a ChatGpt di effettuare una ricerca sul web per produrre una risposta più accurata.
Ma ChatGpt Search è il primo, vero passo in avanti dell’azienda guidata da Sam Altman nella ricerca sul web potenziata dall’intelligenza artificiale generativa, un territorio in realtà già esplorato da piattaforme come Perplexity AI e You.com che godono di un seguito discreto e di notevoli investimenti.
Rispetto al passato, ora ChatGpt è in grado di restituire anche fotografie legate alla ricerca effettuata dall’utente. E di suggerire – basta cliccare l’icona a forma di mappamondo – i trend del momento.
Noi, per esempio, abbiamo ricevuto tra le ricerche di tendenza l’alluvione a Valencia e “Matilde Lorenzi”, la promessa dello sci italiano di cui proprio oggi si sono svolti i funerali.
Possiamo confermare che questi trend cambiano abbastanza rapidamente: un’ora dopo la nostra prima prova, è comparsa in tendenza “Juventus Parma” – che però è una partita di Serie A giocata ieri – e “Kevin Gentilin”, il 15enne deceduto in un drammatico incidente stradale.
Search Gpt, infine, effettua una scelta più accurata delle sue fonti, privilegiando in genere i media più rispettati e affidabili. Ne fanno sicuramente parte i giornali appartenenti ai grandi gruppi editoriali che hanno finora stretto un accordo con OpenAI.
Tra questi c’è il Gruppo Gedi, a cui appartengono La Repubblica e La Stampa.
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