2025, anno zero per la scuola digitale: ecco le sfide educative

Il 31 dicembre 2025 è a oggi il termine ultimo per la rendicontazione di tutte le attività di formazione del DM 66/2023, che però si dovrebbero concludere il 30 settembre 2025. Il DM 66/2023.

La linea di investimento 2.1 “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico” della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede infatti  la “creazione di un sistema multidimensionale per la formazione continua dei docenti e del personale scolastico per la transizione digitale”, con il coordinamento del Mim, la formazione di “circa 650.000 dirigenti scolastici, insegnanti e personale amministrativo, la creazione di circa 20.000 corsi di formazione”.

L’impatto della formazione sul sistema scolastico

Il target è altissimo, le scuole sono già in affanno, pressate da una overdose di formazione che sta letteralmente drogando di formazione. Ma l’impatto? Come misureremo l’effetto di questo bagno formativo sui miglioramenti organizzativi, l’apprendimento di studentesse e studenti, la motivazione del corpo insegnante e la didattica? Si rischia di puntare a sopravvivere ai DM 19, 65 e 66 del 2023, invece di digerire questo dirompente fiume di finanziamenti prima che generi uno tsunami organizzativo e di impegni per tutti, senza però che poi l’acqua defluisca con coraggio fino ad arrivare in aula, e finalmente bagnare anche la didattica quotidiana.

La comunità di pratiche per l’apprendimento

Questo aspetto è decisamente più sfumato. Ci sarebbe un, luogo nel quale pensare proprio a questo: “la comunità di pratiche per l’apprendimento”. Wenger, l’ideatore di questo costrutto, l’avrebbe meglio chiamata “comunità di pratica” per non confondere le buone pratiche, tanto citate nelle scuole, dalla pratica come raffinato luogo di negoziazione di significati, di crescita professionale dei docenti e di reificazione dei significati co-costruiti tra professionisti dell’educazione, ma il suo ruolo sta assumendo un significato un po’ distante dalla pedagogia della comunità che apprende: un gruppo che gestisce e sovrintende la formazione dei docenti, cioè un mero gruppo organizzativo.

Occasione perduta? Siamo ancora in tempo per rettificare la direzione, chissà che non ci si accorga di quanto la comunità di pratica possa diventare il luogo di pensiero critico ed elaborativo dei professionisti di una scuola innovativa: sopra ogni commissione, gruppo o dipartimento, trasversale e orientata al benessere dei suoi componenti e della comunità.

L’AI a scuola: sfide e opportunità

Altra sfida: l’AI a scuola. Da ChatGPT per copiare i compiti o farsi fare gli esercizi di matematica all’AI come compagna di viaggio, di un percorso di apprendimento che non si può permettere di ignorare la potenza elaborativa e il tempo di valore, che un uso guidato e supportato delle AI può offrire agli studenti e alle studentesse.

La metacognizione e l’interazione con l’AI

C’è uno spazio ancora misterioso, non troppo battuto dalle sperimentazioni che è quello transizionale della metacognizione. L’interazione con i sistemi come ChtaGPT va quindi analizzata come uno spazio transizionale, un’interazione creativa tra il partner umano e l’algoritmo che appartiene contemporaneamente al sé e al mondo esterno  (Iannella, 2024): vale sia per la classe che per i docenti.

Le AI ci costringono a migliorare la descrizione delle aspettative, a descrivere con cura e competenza i risultati attesi, a trovare un linguaggio pulito e preciso: chi meglio di loro per esplorare tutti gli aspetti meta dell’apprendimento e della progettazione didattica? E lo scaffolding per spingere ed estendere di più la zona di sviluppo prossimale è il passo successivo (Di Donato, 2023a, 2023b).

La realtà delle AI e il fossato galileiano

Galilei sosteneva che la realtà è fatta di due cose: la realtà delle cose esperite, cioè il mondo sensoriale, soggettivo, mutevole e mutabile, e la realtà descritta da forme matematiche, oggettivo e universale: dove si colloca la realtà delle AI? Il fossato galileiano è diventato un bassopiano? Se le AI sono in grado di tradurre il mondo sensoriale in dati elaborabili e viceversa allora la distanza si assottiglia: descrivono la realtà con modelli matematici, rappresentano il mondo e fanno previsioni, ma influenzano allo stesso tempo al percezione umana e della realtà, creando una sottile interfaccia tra mondo matematizzato e mondo esperito. Rimane il fatto che le AI non esperiscono il mondo, o meglio non come lo facciamo noi: la nostra esperienza ad oggi è irriducibile a modelli puramente computazionali, forse occorre acquisirne piena consapevolezza. Per questo il fossato rimane: ci dovremmo muovere in questo spazio, anche a scuola.

Creare valore nell’apprendimento

Una sfida importante e quella del creare valore: intorno all’apprendimento, allo sforzo, alla fatica di progettare ancora, del faccia a faccia che viviamo a scuola.  Se è vero che il cervello crea indici (liste) e che la combinazione semantica di più canali simultaneamente crea una esperienza più potente di apprendimento, dovremmo cominciare a chiederci come servirci al meglio della potenza organizzativa delle AI generativo conversazionali per aiutarci a consolidarle queste liste e ad elaborarle in modo personale.

Verso una scuola innovativa e sostenibile

I cambiamenti attesi dovrebbero riversarsi abbondantemente sui processi valutativi, lo sviluppo di una autentica inclusione, il benessere personale di studenti e docenti, a favore di un clima collaborativo, disteso, ma energicamente orientato al miglioramento di tutta la scuola. Sarà così? O meglio stiamo facendo in modo che ci sia una possibilità che sia davvero così?

L’anno europeo della cittadinanza digitale

Il 2025 è anche l’anno europeo della cittadinanza digitale, che riguarda la formazione degli studenti come cittadini consapevoli, responsabili e partecipi, capaci di contribuire alla vita democratica e al benessere della società. Learn, Connect, Engage, Thrive Together: questo il motto che la Conferenza permanente dei 46 ministri dell’istruzione degli stati membri del Consiglio d’Europa ha stabilito, designando l’anno 2025 come “Anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale” nella sua ventiseiesima sessione del 29 settembre 2023. L’iniziativa mira ad affrontare l’urgente necessità di maggiori sforzi e investimenti nell’educazione alla cittadinanza digitale, per rispondere efficacemente alle sfide e alle opportunità emerse o amplificate dalle tecnologie e dall’ambiente digitali e mira a fornire ai cittadini le competenze necessarie per prosperare in una società digitalmente connessa, incoraggiando un senso di responsabilità condivisa, la partecipazione democratica e i diritti umani online. Che cosa faremo per potenziare la cittadinanza digitale a fronte anche della revisione delle “nuove” Indicazioni nazionali, che non sono ancora uscite, ma che sembrano riportare le tecnologie digitali ad un mero ruolo di “ibridazione” dei curricola?

Prospettive future

Non sono tutte le sfide di quest’anno, ma sono quelle sulle quali possiamo cominciare a tessere una trama di riflessioni, confronti e proposte per una scuola che sia di tutte e tutti e soprattutto che sia sostenibile per noi: una scuola orientata allo sviluppo di competenze valutative negli studenti e nelle studentesse, di competenze green per un pianeta ancora vivo, di Pluriliteracies perché la complessità va affrontata con la didattica e l’innovazione. Pensiamo ad una scuola che agisca per promuovere il miglioramento, in ogni angolo dei suoi corridoi, delle sue progettazioni, dei suoi piani formativi.

Bibliografia

Di Donato D. (2023a). Esplorare l’AI a scuola. Ecco perché è occasione di inclusione e sviluppo. In Agenda Digitale, 28 aprile 2023, https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/esplorare-lai-a-scuola-ecco-perche-e-unoccasione-di-inclusione-e-sviluppo/

Di Donato, D (2023b). You, me and the digital. The triangle of technology- mediated relationships after the Covid-19 pandemic. In QWERTY 18, 2(2023) 5-13.

Iannella, A. (2024). Lo spazio di transizione. L’intelligenza artificiale generativa come opportunità di crescita. Giornale Italiano di Tecnologie Didattiche, 32(1), 9-20. https://doi.org/10.17471/2499-4324/1330

Wenger, E. (2006). Comunità di pratica, Apprendimento, significato e identità. Raffaello Cortina Editore.

Autore del post: Agenda Digitale Fonte: https://www.agendadigitale.eu/ Continua la lettura su: https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/2025-anno-zero-per-la-scuola-digitale-ecco-le-sfide-educative/

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