Giovani e web: tra paure, consapevolezza e richiesta di regole più severe

La sicurezza online rappresenta una delle principali preoccupazioni per la Generazione Z, che si trova a confrontarsi con una realtà digitale complessa e spesso pericolosa. Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e Scomodo, presentata in occasione del Safer Internet Day 2025, più della metà dei giovani percepisce il revenge porn come il rischio maggiore sul web, mentre gli under 20 temono soprattutto il cyberbullismo.

Dai dati raccolti su un campione di oltre 2.700 giovani sotto i 26 anni emerge che il 58% considera il revenge porn la minaccia più temuta online, seguito dall’alienazione dalla vita reale (49%), dalle molestie (47%) e dal cyberbullismo (46%). Tuttavia, i più giovani (under 20) identificano nel cyberbullismo il principale pericolo (52%), sottolineando come le dinamiche di prevaricazione e umiliazione online siano vissute con grande intensità nei contesti adolescenziali.

Nonostante la crescente consapevolezza sui pericoli del web, permane un comportamento rischioso nella gestione della privacy: più della metà degli intervistati dichiara di condividere le proprie password con amici o partner. Inoltre, sebbene l’86% dei ragazzi riconosca il pericolo di inviare materiale intimo, il 12,5% non sa come reagire in caso di diffusione illecita o pensa di non poter fare nulla.

L’analisi dell’Osservatorio indifesa evidenzia una generazione che ha vissuto esperienze di violenza e che è in grado di riconoscerle, anche nelle loro forme più sottili. Il 48% dei giovani intervistati afferma di aver subito almeno un episodio di violenza, con una prevalenza di violenza verbale e psicologica (59,5%), catcalling (52%), bullismo (43%) e molestie sessuali (38,5%).

Le statistiche mostrano come la violenza abbia connotazioni di genere ben precise: Il catcalling è subito dal 67% delle ragazze e solo dal 6% dei ragazzi. Le molestie sessuali colpiscono il 45% delle giovani donne e il 18% dei ragazzi. Il bullismo è più diffuso tra i maschi (66%) rispetto alle femmine (35%). Gli under 14 maschi sono particolarmente esposti al bullismo (89%), suggerendo che la scuola e i gruppi di pari siano ambienti critici per questa forma di violenza.

Le persone non binarie risultano vittime di tutte queste forme di violenza con percentuali preoccupanti: il 50% dichiara di aver subito catcalling e bullismo, mentre il 42% ha vissuto episodi di molestie sessuali.

Gli effetti della violenza sono profondi e influenzano il benessere psicologico e sociale della Gen Z. Tra le principali conseguenze riportate dagli intervistati troviamo: Perdita di autostima e fiducia negli altri (63%); Ansia sociale e attacchi di panico (36%); Isolamento (25,5%); Depressione (21%); Disturbi alimentari (16%); Autolesionismo (10%); Difficoltà scolastiche e bassa concentrazione (12%)

Mentre l’isolamento è più diffuso tra i ragazzi, le donne e le persone non binarie riportano un’incidenza più alta di ansia e attacchi di panico. La scuola rimane il luogo principale in cui i giovani sperimentano episodi di violenza (56,5%), seguita dalla strada (48%) e dai luoghi di svago (47%). Anche il web rappresenta un ambiente pericoloso, segnalato dal 39% degli intervistati.

REGOLAMENTARE IL WEB: UNA RICHIESTA DELLA GEN Z

Di fronte a questi dati allarmanti, il 70% dei giovani chiede una regolamentazione più severa del web per contrastare la violenza online. Sebbene una minoranza (13%) rimanga scettica sull’efficacia di nuove regole e un 6% le consideri una minaccia alla libertà, la maggior parte degli adolescenti ritiene che misure più rigide possano rappresentare una soluzione concreta.

Le istituzioni e le associazioni stanno rispondendo a questa richiesta con iniziative mirate. Terre des Hommes, insieme alla Polizia Postale, ha siglato un protocollo d’intesa per contrastare la violenza online, mentre la comunità di Scomodo si impegna a promuovere la consapevolezza e la partecipazione attiva dei giovani per la creazione di spazi digitali più sicuri.

Un aspetto positivo emerso dall’indagine è la disponibilità dei giovani a parlare delle proprie esperienze di violenza. Solo il 7,5% degli adolescenti dichiara che non ne parlerebbe con nessuno, mentre il 45% si confiderebbe con gli amici e il 31% con i genitori. Tuttavia, solo il 2,23% si rivolgerebbe a un insegnante, evidenziando la necessità di un maggior coinvolgimento delle scuole nel supporto psicologico e nella prevenzione.

L’Osservatorio indifesa continuerà il suo lavoro di sensibilizzazione attraverso incontri con gli studenti. Il 12 e 13 febbraio 2025 si terranno due eventi dedicati alla sicurezza online, rispettivamente a Treviso e Milano, con la partecipazione di esperti del settore e rappresentanti istituzionali. Questi momenti di confronto rappresentano un’opportunità preziosa per coinvolgere le nuove generazioni e fornire loro strumenti concreti per affrontare le sfide del digitale.

La Generazione Z si dimostra consapevole delle insidie del web e delle diverse forme di violenza che può subire nella vita quotidiana. Tuttavia, questa consapevolezza da sola non è sufficiente: servono regole più stringenti, un’educazione digitale più approfondita e un maggiore sostegno psicologico per le vittime. La collaborazione tra istituzioni, scuole, associazioni e giovani è essenziale per costruire un ambiente digitale e sociale più sicuro e inclusivo.

Continua la lettura su: https://www.famigliacristiana.it/articolo/giovani-e-web-tra-paure-consapevolezza-e-richiesta-di-regole-piu-severe.aspx Autore del post: Famiglia Cristiana Fonte:

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