Il tuo nome gira nel dark web? Te lo dice Google

Se questa è una cattiva notizia, ce n’è anche una buona: esiste un modo gratuito per capire se i propri dati personali sono finiti in quel mare sommerso, ossia il report sul dark web (la parte di internet non accessibile attraverso canali convenzionali come i motori di ricerca, ma solo attraverso programmi speciali, ndr)di Google. Disponibile dallo scorso luglio, senza bisogno di abbonamenti, tale strumento fa una sola semplice cosa: analizza se nome, indirizzo, telefono ed e-mail siano stati compromessi nel corso di attacchi di hacker.
Il servizio, inizialmente riservato agli iscritti a Google One (l’abbonamento, offerto a pagamento da Google, che fornisce servizi extra, maggiore spazio per archiviare documenti, mail ecc., ndr) è ora accessibile a chiunque senza costi aggiuntivi. Si trova sul sito myactivity.google.com, nella sezione “Risultati che ti riguardano”.
Come funziona. Il controllo è semplice: basta cliccare sulle tre linee orizzontali in alto a sinistra, selezionare “Altre attività” e poi scorrere in basso fino a trovare la voce “Risultati che ti riguardano”. Cliccando sul link in basso, una volta verificata la propria identità, verrà richiesto l’inserimento del nome completo, dell’indirizzo di casa, della posta elettronica e del numero di telefono. Si possono provare fino a tre varianti per ogni campo, per esempio per verificare anche un numero di cellulare vecchio o un indirizzo di posta non più in uso, oppure lasciare campi in bianco. Google sottolinea (per gli utenti che avessero legittimi dubbi in proposito) che i dati immessi non vengono conservati né usati per la profilazione pubblicitaria.
Una volta avviata la ricerca (che, nella prima occasione, può impiegare anche 5 o 6 per completarsi) il sistema scandaglia i database noti delle violazioni e segnala eventuali corrispondenze. L’utente può scegliere se ricevere notifiche via mail o app e, se compaiono risultati indesiderati, può richiederne la rimozione con un clic dal menu accanto a ogni link. Le richieste vengono valutate manualmente, per assicurarsi che non riguardino siti governativi o istituzionali e che non vengano rimosse informazioni di pubblico interesse.
Autore del post: Focus Tecnologia Fonte: https://www.focus.it/rss/tecnologia.rss Continua la lettura su: https://www.focus.it/tecnologia/digital-life/il-tuo-nome-gira-nel-dark-web-te-lo-dice-google
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