Come l’intelligenza artificiale cambierà gli smartphone
Il conto alla rovescia è cominciato: entro il 2027 saranno commercializzati oltre 1 miliardo di smartphone dotati di intelligenza artificiale generativa (l’IA che crea contenuti realistici apprendendo dai dai esistenti). Lo rivela il report “GenAI Smartphone Shipments and Insights” di Counterpoint Research, società specializzata in ricerche di mercato globali. All’atto pratico, tradurre perfettamente una telefonata “live” (visualizzando sullo schermo il testo dell’interlocutore già nella propria lingua) oppure stravolgere graficamente un’immagine – senza bisogno di app – diventerà così la prassi.
I chatbot implementati sui nuovi dispositivi mobili saranno quindi in grado di rispondere alle richieste in modo naturale, completo e personalizzato, scovando le informazioni nei propri database di addestramento oppure scandagliando il web al posto dell’utente. C’è di più: le stesse informazioni risulteranno disponibili (in pochi secondi, attraverso semplici e immediati comandi vocali) anche sotto forma di schemi, riassunti oppure analisi.
Intelligenza artificiale a portata di mano
L’IA generativa (vedi Sora di Open AI) sarà dunque sempre di più centrale nelle strategie dei colossi tech (come rivela Mark Gurman di Bloomberg nella sua ultima newsletter “Power On”, Apple si appresta ad annunciare i suoi nuovi iPhone 16 e iOS 18 che potranno contare su un’intelligenza artificiale “per tutti”). Ciò nonostante, oggi ci sono applicazioni di IA fruibili dalla maggior parte dei dispositivi mobili. Cosa riescono a fare? Si spazia dalle traduzioni in tempo reale (come Traduzione live, introdotta da Samsung con Galaxy AI) alle trascrizioni smart (oltre ad Assistente note, sempre su Galaxy AI, in tanti usano l’app Otter.ai) alle cosiddette “telefonate intelligenti”.
In quest’ultimo caso, un esempio su tutti è la Chiamata privacy AI di Honor, con il volume delle telefonate che si adatta alla tipologia di rumore dell’ambiente circostante, limitando la dispersione del suono e scongiurando che chi si trova nelle vicinanze possa ascoltare quanto viene detto. E ancora, per scontornare le persone e gli oggetti presenti in una foto ci sono le app Cutout.pro e YouCam perfect. Ma anche Lensa AI, che trasforma i selfie in ritratti fantasy assai dettagliati (non a caso, si parla di “magic avatar”).
IA tra benefici e sfide quotidiane
L’implementazione dell’intelligenza artificiale generativa negli smartphone è in dirittura d’arrivo. Quasi banale, pertanto, comprendere fin d’ora quale sarà il suo impatto sugli utenti finali (a vantaggio, in particolare, di produttività e creatività nel minor tempo possibile). Nuove opportunità che, però, schiudono le porte anche a una serie di criticità con cui bisognerà i conti. È il caso dei requisiti hardware, che dovranno essere adattati per munire i dispositivi mobili della potenza di calcolo necessaria.
Inoltre, subentrano alcuni temi sensibili legati alla privacy e alla protezione dei dati personali nonché all’etica e all’educazione sull’uso delle nuove tecnologie. Senza tralasciare una serie di problemi relativi al copyright. Su questi temi il direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, Alessandro Piva, non ha dubbi: “Occorrerà più consapevolezza da parte delle persone. L’intelligenza artificiale è oramai ovunque”.
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