Gaming e coppie in crisi: il potere terapeutico dei videogiochi

L’impiego dei videogiochi terapeutici per la coppia rappresenta un approccio emergente nella psicoterapia contemporanea, in grado di attivare dinamiche relazionali profonde attraverso la condivisione ludica.

Introduzione al videogioco come spazio relazionale

L’industria videoludica ha registrato una crescita esponenziale negli ultimi decenni, trasformandosi da fenomeno di nicchia a medium culturale dominante con profonde implicazioni psicosociali. Nel 2024, il settore ha evidenziato un incremento del 18% nel numero di videogiocatori, con un’età compresa tra i 6 e i 64 anni, confermando la trasversalità generazionale di questo fenomeno [1]. Particolarmente significativo è l’emergere del gaming cooperativo come segmento di mercato in rapida espansione: secondo i dati di VG Insight, i videogiochi cooperativi, pur rappresentando solo il 6% dell’industria videoludica complessiva, hanno generato il 36% delle vendite totali sulla piattaforma Steam [2].

Questa evoluzione quantitativa si accompagna a un crescente interesse scientifico per le potenzialità terapeutiche e relazionali del medium videoludico. La pandemia di COVID-19 ha fungendo da catalizzatore per l’esplorazione di nuove modalità di interazione sociale mediata dalla tecnologia, evidenziando come i videogiochi possano costituire spazi di connessione interpersonale significativa anche in contesti di isolamento fisico [3]. Titoli come “Among Us” hanno dimostrato la capacità del gaming di facilitare l’elaborazione collettiva di ansie e paure attraverso meccaniche ludiche simbolicamente rilevanti.

Dal punto di vista teorico, l’interesse per l’applicazione terapeutica dei videogiochi si inserisce nel più ampio framework della psicologia positiva e della terapia sistemico-relazionale. Le dinamiche di coppia, caratterizzate da fasi evolutive specifiche che includono periodi simbiotici e di differenziazione [4], possono beneficiare di strumenti innovativi che facilitino la comunicazione, la fiducia reciproca e la condivisione di obiettivi comuni. In questo contesto, i videogiochi emergono come mediatori relazionali capaci di attivare meccanismi psicologici fondamentali per il benessere di coppia.

La presente ricerca si propone di esaminare sistematicamente le modalità attraverso cui il gaming, nelle sue diverse configurazioni, può contribuire al rafforzamento delle competenze relazionali e al superamento di criticità di coppia. L’analisi integra prospettive provenienti dalla psicologia sociale, dalla teoria dei sistemi familiari e dalla ricerca neuroscientifica sul Flow, proponendo un modello teorico-applicativo per l’utilizzo clinico dei videogiochi in ambito terapeutico.

Dinamiche sistemiche e contratti relazionali nella coppia

La comprensione delle dinamiche di coppia richiede un approccio sistemico che consideri la relazione come entità emergente dalle interazioni tra due sistemi individuali complessi [5]. Ogni partner porta nella relazione un modello relazionale derivante dalla famiglia d’origine, caratterizzato da specifici miti, riti, posizioni e ruoli che influenzano le aspettative reciproche in termini di protezione, sostegno, accudimento, vicinanza e condivisione.

L’evoluzione della coppia attraversa tipicamente due fasi critiche: la fase simbiotica, caratterizzata dall’idealizzazione del partner e dalla percezione di somiglianza, e la fase di differenziazione, in cui emerge la disillusione e la necessità di riorganizzazione sistemica [6]. Quest’ultima fase rappresenta un momento cruciale per la stabilità relazionale, richiedendo competenze specifiche di comunicazione, negoziazione e adattamento reciproco.

Il concetto di “patto intimo” e “patto ufficiale” [7] fornisce un framework utile per comprendere i diversi livelli di funzionamento della coppia. Il patto intimo comprende bisogni, desideri e paure connesse a esperienze relazionali precedenti, mentre il patto ufficiale costituisce il progetto di vita condiviso, riconosciuto socialmente e basato su valori concreti. L’equilibrio tra questi due livelli determina la funzionalità relazionale e la capacità di affrontare le sfide quotidiane.

Cooperazione e reciprocità nella psicologia sociale

La psicologia sociale identifica nel confronto interpersonale un elemento centrale per la costruzione dell’identità individuale e sociale [8]. Attraverso l’interazione con l’altro, gli individui sviluppano competenze di aiuto reciproco, difesa e navigazione delle dinamiche sociali complesse. Questo processo è particolarmente rilevante nel contesto delle relazioni intime, dove la capacità di cooperazione determina la qualità e la stabilità del legame.

Il concetto di altruismo, secondo la prospettiva evoluzionistica di Wilson [9], si fonda su meccanismi genetici orientati alla sopravvivenza del gruppo attraverso la selezione naturale darwiniana. Nel contesto relazionale, l’altruismo si manifesta attraverso comportamenti di supporto che trascendono l’interesse individuale immediato, contribuendo al benessere del sistema coppia nel suo complesso.

La reciprocità emerge come principio fondamentale delle interazioni cooperative, distinguendosi dall’altruismo puro attraverso l’aspettativa di scambio bidirezionale [10]. Questo meccanismo, spesso inconsapevole, diventa particolarmente evidente in situazioni di sfida o stress, dove le risorse individuali risultano limitate e la collaborazione diventa essenziale per il raggiungimento degli obiettivi comuni.

Il flow condiviso e il coinvolgimento empatico

La teoria del Flow, sviluppata da Csikszentmihályi nel 1975 [11], descrive uno stato di immersione totale nell’attività svolta, caratterizzato da concentrazione intensa, perdita della percezione temporale e sensazione di controllo ottimale. Nel contesto videoludico, il Flow rappresenta un indicatore di coinvolgimento e soddisfazione che può essere modulato attraverso il bilanciamento tra sfida percepita e competenze disponibili.

L’estensione del concetto di Flow alle dinamiche relazionali apre prospettive innovative per la comprensione dei meccanismi di condivisione emotiva e cognitiva. La possibilità di sperimentare Flow condiviso, anche in contesti di partecipazione indiretta, suggerisce l’esistenza di meccanismi empatici profondi che possono essere attivati e potenziati attraverso esperienze strutturate.

La ricerca neuroscientifica ha evidenziato come l’esperienza di Flow sia associata a specifici pattern di attivazione cerebrale, inclusa la modulazione del network di default mode e l’attivazione di circuiti dopaminergici legati alla motivazione e al reward [12]. Questi meccanismi neurobiologici forniscono una base scientifica per comprendere come l’esperienza ludica condivisa possa influenzare positivamente la qualità relazionale.

Significato psicosociale del gaming cooperativo

L’analisi dei dati di mercato rivela una tendenza significativa verso il gaming cooperativo, con una crescita annuale del 14% nella produzione di nuovi titoli cooperativi a partire dal 2018 [13]. Questa evoluzione quantitativa riflette un cambiamento qualitativo nelle preferenze dei consumatori, orientate verso esperienze ludiche condivise piuttosto che individuali.

Dal punto di vista psicosociale, questa tendenza può essere interpretata come risposta a bisogni relazionali profondi che trovano nel medium videoludico uno spazio di espressione e soddisfazione. Il gaming cooperativo offre un contesto strutturato per l’esercizio di competenze sociali fondamentali, inclusa la capacità di coordinazione, comunicazione e supporto reciproco.

La preferenza per modalità cooperative emerge particolarmente in contesti di stress sociale, come evidenziato durante la pandemia di COVID-19, quando i videogiochi hanno fornito alternative significative alle forme tradizionali di socializzazione [14]. Questo fenomeno suggerisce che il gaming cooperativo possa fungere da “palestra relazionale”, offrendo opportunità di apprendimento e consolidamento di competenze interpersonali in ambiente protetto e controllato.

Altruismo e comportamenti prosociali nei videogiochi

Il gaming cooperativo attiva meccanismi altruistici attraverso la necessità di subordinare obiettivi individuali a quelli del gruppo. La scelta di ruoli di supporto, come le classi curative nei giochi di ruolo, rappresenta un esempio paradigmatico di comportamento prosociale volontario, dove il giocatore assume responsabilità specifiche per il benessere collettivo [15].

La ricerca empirica ha evidenziato come l’esperienza di gaming cooperativo influenzi positivamente i comportamenti prosociali nella vita quotidiana, secondo il modello teorico del General Learning Model (GLM) [16]. Questo modello postula che gli apprendimenti acquisiti in contesto ludico vengano generalizzati e trasferiti in situazioni reali, creando un circolo virtuoso di rinforzo comportamentale.

La reciprocità nel gaming cooperativo si manifesta attraverso pattern di scambio bidirezionale che spesso diventano automatici e inconsapevoli. Questa automatizzazione suggerisce l’internalizzazione di schemi cooperativi che possono essere attivati anche in contesti non ludici, contribuendo allo sviluppo di competenze relazionali stabili e durature.

Fiducia e legami sociali nel gioco condiviso

La fiducia rappresenta un elemento centrale nelle dinamiche cooperative, particolarmente significativo quando il gaming avviene con sconosciuti in ambiente online [17]. La capacità di sviluppare fiducia in contesti virtuali richiede competenze specifiche di valutazione e gestione del rischio relazionale, che possono essere trasferite in contesti reali.

La ricerca ha evidenziato come il gaming cooperativo faciliti la formazione di legami di amicizia duraturi, spesso estesi oltre il contesto ludico [18]. Questo fenomeno suggerisce che l’esperienza condivisa di superamento di sfide virtuali possa creare basi solide per relazioni interpersonali significative.

Il concetto di fiducia nel gaming cooperativo si articola su multiple dimensioni: fiducia nelle competenze del partner, fiducia nelle intenzioni cooperative e fiducia nella stabilità dell’impegno relazionale. Queste dimensioni riflettono aspetti fondamentali della fiducia nelle relazioni intime, suggerendo potenziali applicazioni terapeutiche per coppie con difficoltà in questo ambito.

Exergames e benessere relazionale multidimensionale

Gli exergames rappresentano una categoria particolare di videogiochi cooperativi che integrano attività fisica e interazione sociale [19]. La ricerca ha evidenziato come la condivisione di competizioni sportive virtuali risulti più attraente rispetto alle controparti reali, particolarmente per individui con ansia sociale o difficoltà nell’attività fisica tradizionale.

Dal punto di vista terapeutico, gli exergames offrono benefici multidimensionali che includono miglioramenti fisici, psicologici e sociali. Studi controllati hanno dimostrato che la perdita di peso risulta maggiore nei gruppi che utilizzano exergames cooperativi rispetto a modalità single player [20], suggerendo l’importanza della componente sociale nella motivazione e nell’aderenza al trattamento.

L’applicazione degli exergames in contesti di coppia può facilitare l’adozione di stili di vita più salutari attraverso meccanismi di supporto reciproco e accountability condivisa. La gamification dell’attività fisica può ridurre le resistenze psicologiche e aumentare la sostenibilità a lungo termine dei cambiamenti comportamentali.

Dinamiche di supporto nel gaming single player condiviso

Il gaming single player condiviso rappresenta un paradigma innovativo di cooperazione indiretta, dove la collaborazione si manifesta attraverso ruoli complementari di esecutore e guida [21]. Questa modalità di interazione attiva meccanismi relazionali complessi che riflettono dinamiche fondamentali delle relazioni di coppia, inclusa la capacità di fornire e ricevere supporto, la gestione della leadership condivisa e la negoziazione di decisioni comuni.

L’analisi delle dinamiche emergenti nel gaming single player condiviso rivela pattern comportamentali significativi: il giocatore attivo deve sviluppare capacità di ascolto e fiducia nei confronti dei suggerimenti del partner, mentre il partner-guida deve modulare il proprio intervento bilanciando supporto e autonomia decisionale. Questa complementarità riflette meccanismi di interdipendenza sana caratteristici delle relazioni funzionali.

La ricerca qualitativa su coppie che utilizzano questa modalità di gaming evidenzia l’emergere spontaneo di pattern comunicativi costruttivi, inclusa la capacità di gestire disaccordi, negoziare strategie alternative e celebrare successi condivisi [22]. Questi pattern possono essere sistematicamente osservati e utilizzati come indicatori di funzionamento relazionale in contesti terapeutici.

Flow vicario e immersione emotiva del partner-guida

Il concetto di Flow condiviso nel gaming single player rappresenta un fenomeno psicologico complesso che sfida le concezioni tradizionali dell’immersione individuale [23]. L’osservazione empirica suggerisce che il partner-guida può sperimentare livelli di coinvolgimento e immersione comparabili a quelli del giocatore attivo, attraverso meccanismi di identificazione empatica e proiezione emotiva.

Questa forma di Flow vicario si manifesta attraverso sincronizzazione emotiva, dove le reazioni affettive del partner-guida riflettono e amplificano quelle del giocatore attivo. La tensione durante sequenze difficili, la frustrazione per fallimenti e la soddisfazione per successi vengono condivise in tempo reale, creando un’esperienza emotiva genuinamente collaborativa.

Dal punto di vista neurobiologico, il Flow condiviso può essere interpretato attraverso l’attivazione dei neuroni specchio e dei circuiti empatici, che facilitano la comprensione e la condivisione degli stati emotivi altrui [24]. Questa base neuroscientifica fornisce supporto teorico per l’utilizzo terapeutico del gaming single player condiviso come strumento per il potenziamento dell’empatia di coppia.

Simbolismo relazionale nei videogiochi narrativi

I videogiochi single player offrono ricche opportunità per l’esplorazione di metafore relazionali attraverso narrative e meccaniche simbolicamente significative [25]. Titoli come Tomb Raider presentano protagonisti che affrontano sfide progressive, superano ostacoli e raggiungono obiettivi attraverso perseveranza e adattamento, riflettendo dinamiche analoghe a quelle delle relazioni di coppia.

La figura di Lara Croft, in particolare, può essere interpretata come rappresentazione simbolica della coppia stessa: un’entità che necessita di protezione, supporto e guida per navigare territori inesplorati e superare pericoli. La condivisione dell’investimento emotivo nel benessere del personaggio facilita l’emergere di sentimenti protettivi e di cura che possono essere generalizzati alla relazione reale.

L’utilizzo di guide esterne versus navigazione intuitiva rappresenta una metafora potente per i diversi approcci alla risoluzione di problemi nella coppia. La scelta di affidarsi all’istinto del partner piuttosto che a soluzioni preconfezionate richiede fiducia e accettazione del rischio, competenze fondamentali per la gestione delle incertezze relazionali.

La resilienza di coppia nei giochi della serie Souls

I giochi della serie “Souls” rappresentano un paradigma particolare per l’esplorazione della resilienza e della perseveranza relazionale [26]. La caratteristica distintiva di questi titoli – la necessità di affrontare ripetutamente fallimenti prima di raggiungere il successo – offre una metafora potente per i processi di superamento delle crisi di coppia.

La meccanica del “morire e rinascere” riflette simbolicamente i cicli di crisi e riorganizzazione tipici delle relazioni a lungo termine. Ogni fallimento rappresenta un’opportunità di apprendimento e adattamento, mentre la perseveranza condivisa rafforza il legame e la fiducia reciproca. Il supporto del partner durante i momenti di frustrazione diventa essenziale per mantenere la motivazione e prevenire l’abbandono.

La comunità di supporto che caratterizza i giochi Souls può essere interpretata come metafora dell’importanza del sostegno sociale nelle relazioni di coppia. La condivisione di strategie, incoraggiamenti e celebrazioni di successi con altri giocatori riflette i benefici del supporto esterno durante i periodi di difficoltà relazionale.

L’esperienza di completamento condiviso di un gioco Souls rappresenta un achievement relazionale significativo, che dimostra la capacità della coppia di affrontare sfide prolungate, gestire frustrazioni e celebrare successi comuni. Questa esperienza può fungere da riferimento positivo per affrontare future difficoltà nella relazione reale.

Strutturare l’intervento terapeutico attraverso il gaming

L’integrazione dei videogiochi nella pratica terapeutica richiede un framework teorico strutturato che consideri obiettivi specifici, modalità di implementazione e criteri di valutazione dell’efficacia [27]. Il modello proposto si basa su tre dimensioni fondamentali: assessment relazionale, selezione del medium ludico e monitoraggio del processo terapeutico.

L’assessment relazionale deve identificare le aree di funzionamento deficitarie nella coppia, incluse difficoltà comunicative, problemi di fiducia, squilibri di potere e carenze nell’intimità emotiva. Questa valutazione orienta la selezione di videogiochi specifici che possano attivare e potenziare le competenze target attraverso meccaniche ludiche appropriate.

La selezione del medium ludico deve considerare fattori multipli: preferenze individuali dei partner, livello di competenza videoludica, obiettivi terapeutici specifici e caratteristiche del gioco (cooperativo vs single player, livello di difficoltà, durata delle sessioni, contenuti narrativi). Un matching appropriato tra caratteristiche del gioco e bisogni terapeutici è essenziale per l’efficacia dell’intervento.

Protocolli clinici per l’uso terapeutico del videogioco

Il protocollo per gaming cooperativo si articola in fasi progressive che facilitano l’acquisizione graduale di competenze collaborative [28]. La fase iniziale prevede l’utilizzo di giochi cooperativi semplici con obiettivi chiari e meccaniche intuitive, come “Overcooked” o “It Takes Two”, che richiedono coordinazione immediata e comunicazione costante.

La progressione verso giochi più complessi, come “Sea of Thieves” o “Baldur’s Gate 3”, introduce elementi di pianificazione strategica a lungo termine e gestione di risorse condivise. Questi titoli permettono l’osservazione di dinamiche decisionali, leadership condivisa e gestione dei conflitti in contesti strutturati.

Il monitoraggio del processo include l’osservazione diretta delle interazioni durante il gioco, la raccolta di feedback post-sessione e la valutazione di transfert delle competenze acquisite in contesti relazionali reali. Particolare attenzione viene dedicata all’emergere di pattern comunicativi costruttivi e alla riduzione di comportamenti disfunzionali.

Protocollo per gaming single player condiviso

Il protocollo per gaming single player condiviso enfatizza lo sviluppo di competenze di supporto indiretto e fiducia reciproca [29]. La selezione di titoli appropriati privilegia giochi con narrative coinvolgenti e meccaniche che richiedono problem-solving collaborativo, come la serie Tomb Raider o puzzle games complessi.

L’implementazione prevede rotazione dei ruoli (giocatore attivo vs guida) per permettere a entrambi i partner di sperimentare diverse modalità di interazione. Questa alternanza facilita lo sviluppo di empatia reciproca e comprensione delle diverse prospettive relazionali.

Il focus terapeutico include l’osservazione delle dinamiche di potere, la gestione dei disaccordi strategici e la capacità di celebrare successi condivisi. Particolare attenzione viene dedicata ai momenti di frustrazione e alla capacità di fornire supporto emotivo durante le difficoltà.

Indicazioni, limiti e criteri di selezione del gaming terapeutico

L’utilizzo terapeutico dei videogiochi presenta indicazioni specifiche che includono coppie con difficoltà comunicative, problemi di fiducia, squilibri nella condivisione di attività e resistenze alle modalità terapeutiche tradizionali [30]. Il gaming può essere particolarmente efficace con coppie giovani o con background tecnologico, dove il medium risulta familiare e accettabile.

Le controindicazioni includono dipendenza da videogiochi in uno o entrambi i partner, disturbi dell’umore severi che potrebbero essere esacerbati dalla frustrazione ludica, e relazioni caratterizzate da violenza o abuso, dove la competizione potrebbe amplificare dinamiche disfunzionali.

La valutazione preliminare deve considerare la storia ludica individuale, le aspettative verso l’intervento e la disponibilità a impegnarsi in attività condivise. Un consenso informato specifico deve illustrare obiettivi, modalità e potenziali rischi dell’intervento videoludico.

Evidenze cliniche e studio di casi reali

Una coppia di 28 e 30 anni, insieme da 3 anni, presenta difficoltà nella gestione dei conflitti e tendenza all’evitamento comunicativo. L’intervento videoludico ha utilizzato “It Takes Two” come strumento principale, integrato da sessioni di “Unravel Two” per consolidare le competenze acquisite.

I risultati hanno evidenziato miglioramenti significativi nella comunicazione diretta, riduzione dei comportamenti evitanti e aumento della soddisfazione relazionale misurata attraverso scale standardizzate. Il follow-up a 6 mesi ha confermato la stabilità dei miglioramenti e l’integrazione delle competenze nella vita quotidiana.

Caso studio: coppia con problemi di fiducia

Una coppia di 35 e 37 anni, con storia di infedeltà, ha partecipato a un protocollo di gaming single player condiviso utilizzando la serie Dark Souls. L’obiettivo era il ripristino della fiducia attraverso esperienze di supporto reciproco e superamento condiviso di sfide difficili.

Il processo terapeutico ha evidenziato iniziali resistenze e pattern di controllo eccessivo, gradualmente sostituiti da comportamenti di supporto autentico e accettazione della vulnerabilità reciproca. La metafora del “morire e rinascere insieme” ha facilitato l’elaborazione simbolica del tradimento e della ricostruzione relazionale.

Formazione terapeutica e competenze richieste

L’implementazione efficace di interventi videoludici richiede competenze specifiche che integrano formazione terapeutica tradizionale e conoscenza del medium videoludico [31]. Il terapeuta deve possedere familiarità con diverse tipologie di giochi, comprensione delle meccaniche ludiche e capacità di identificare potenziali paralleli terapeutici.

La formazione dovrebbe includere esperienza diretta con i titoli utilizzati, comprensione delle dinamiche di gaming online e offline, e competenze nell’osservazione e interpretazione delle interazioni ludiche. Particolare importanza riveste la capacità di facilitare il transfert delle competenze acquisite in contesto ludico verso situazioni relazionali reali.

L’aggiornamento continuo è essenziale data la rapida evoluzione del panorama videoludico e l’emergere di nuovi titoli con potenzialità terapeutiche. La collaborazione con game designers e ricercatori nel campo del gaming può facilitare lo sviluppo di strumenti sempre più efficaci e specificamente orientati agli obiettivi terapeutici.

Implicazioni teoriche e nuove prospettive cliniche

La presente ricerca contribuisce all’avanzamento della comprensione teorica delle applicazioni terapeutiche dei videogiochi attraverso l’integrazione di prospettive provenienti dalla psicologia sociale, dalla terapia sistemica e dalle neuroscienze cognitive [32]. L’identificazione del Flow condiviso come meccanismo centrale nell’efficacia terapeutica del gaming single player rappresenta un contributo originale che estende le concezioni tradizionali dell’immersione ludica.

Il framework teorico proposto per la cooperazione indiretta nel gaming single player condiviso offre nuove prospettive per la comprensione delle dinamiche di supporto nelle relazioni intime. La concettualizzazione dei ruoli complementari di esecutore e guida fornisce un modello applicabile anche in contesti non ludici, con potenziali implicazioni per la terapia di coppia tradizionale.

L’analisi comparativa tra gaming cooperativo e single player condiviso evidenzia come entrambe le modalità possano attivare meccanismi terapeutici specifici, suggerendo la necessità di approcci differenziati basati sulle caratteristiche e i bisogni specifici di ciascuna coppia. Questa personalizzazione dell’intervento rappresenta un elemento innovativo rispetto agli approcci standardizzati tradizionali.

Limiti metodologici e necessità di studi controllati

Le evidenze presentate si basano principalmente su osservazioni cliniche e studi di caso, limitando la generalizzabilità dei risultati a popolazioni più ampie [33]. La necessità di studi controllati randomizzati con campioni più numerosi rappresenta una priorità per la validazione scientifica degli approcci proposti.

La variabilità individuale nella risposta agli interventi videoludici richiede ulteriori ricerche per l’identificazione di predittori di efficacia e lo sviluppo di criteri di selezione più precisi. Fattori come personalità, storia ludica, preferenze estetiche e competenze tecnologiche possono influenzare significativamente l’outcome terapeutico.

La rapida evoluzione tecnologica del settore videoludico presenta sfide per la standardizzazione degli interventi e la replicabilità degli studi. L’emergere di nuove tecnologie, come la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale, richiede aggiornamenti continui dei protocolli terapeutici e delle competenze professionali.

Nuove direzioni e ambiti di applicazione futuri

Le prospettive future di ricerca includono lo sviluppo di videogiochi specificamente progettati per applicazioni terapeutiche, integrando principi di game design con obiettivi clinici definiti [34]. La collaborazione tra terapeuti, ricercatori e sviluppatori può facilitare la creazione di strumenti più efficaci e mirati.

L’utilizzo di tecnologie di monitoraggio biometrico durante le sessioni di gaming può fornire dati oggettivi sui meccanismi fisiologici sottostanti l’efficacia terapeutica. Misurazioni di parametri come variabilità della frequenza cardiaca, conduttanza cutanea e attività elettroencefalografica possono illuminare i correlati neurobiologici del Flow condiviso e della cooperazione ludica.

L’estensione degli approcci videoludici ad altre popolazioni cliniche, incluse famiglie con adolescenti, coppie anziane e individui con disturbi dello spettro autistico, rappresenta un’area promettente per l’ampliamento delle applicazioni terapeutiche. Ogni popolazione richiederà adattamenti specifici dei protocolli e selezioni appropriate dei titoli videoludici.

Pratica clinica e trasformazione dei setting terapeutici

L’integrazione dei videogiochi nella pratica terapeutica richiede modifiche significative nei setting tradizionali e nelle competenze professionali [35]. La necessità di spazi attrezzati con tecnologie appropriate e la formazione specifica dei terapeuti rappresentano investimenti necessari per l’implementazione efficace di questi approcci.

La collaborazione interdisciplinare tra psicologi, game designers, informatici e neuroscienziati diventa essenziale per lo sviluppo di interventi evidence-based e tecnologicamente avanzati. Questa collaborazione può facilitare la traduzione dei principi teorici in applicazioni pratiche efficaci.

L’accettabilità sociale e professionale degli interventi videoludici richiede sforzi di disseminazione e educazione rivolti sia ai professionisti che al pubblico generale. La demistificazione dei videogiochi come strumenti terapeutici legittimi può facilitare l’adozione più ampia di questi approcci innovativi.

Conclusioni

La presente ricerca dimostra il potenziale significativo dei videogiochi come strumenti terapeutici per il miglioramento delle dinamiche di coppia e lo sviluppo di competenze relazionali. L’analisi integrata del gaming cooperativo e single player condiviso evidenzia meccanismi psicologici complementari che possono essere sistematicamente utilizzati in contesti clinici.

Il concetto di Flow condiviso emerge come elemento centrale per la comprensione dell’efficacia terapeutica del gaming single player, mentre i meccanismi di reciprocità e fiducia caratterizzano l’impatto del gaming cooperativo. Entrambe le modalità offrono opportunità uniche per l’osservazione e la modificazione di pattern relazionali disfunzionali in ambiente controllato e motivante.

L’implementazione clinica richiede protocolli strutturati, formazione specifica dei terapeuti e criteri chiari per la selezione dei titoli videoludici appropriati. La personalizzazione dell’intervento basata sulle caratteristiche specifiche di ciascuna coppia rappresenta un elemento essenziale per l’efficacia terapeutica.

Le prospettive future includono lo sviluppo di videogiochi terapeutici dedicati, l’estensione ad altre popolazioni cliniche e l’integrazione con tecnologie avanzate di monitoraggio. La collaborazione interdisciplinare tra professionisti della salute mentale e dell’industria videoludica può facilitare l’evoluzione di questo campo emergente verso standard di evidenza scientifica sempre più rigorosi.

L’adozione di approcci videoludici in terapia di coppia rappresenta un’evoluzione naturale della pratica clinica contemporanea, che deve adattarsi alle preferenze e alle competenze delle nuove generazioni mantenendo rigorosi standard di efficacia e sicurezza terapeutica.


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Sitografia:

Entertainment Software Association: https://www.theesa.com/

IIDEA – Italian Interactive Digital Entertainment Association: https://iideassociation.com/

VG Insights – Video Game Market Analytics: https://vginsights.com/

Steam Database – Gaming Statistics: https://steamdb.info/

Autore del post: Agenda Digitale Fonte: https://www.agendadigitale.eu/ Continua la lettura su: https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/gaming-e-coppie-in-crisi-il-potere-terapeutico-dei-videogiochi/


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