Come negare il consenso per Meta AI su Facebook, Instagram e WhatsApp
Anche Meta, la società che controlla (fra gli altri) Facebook, Instagram e WhatsApp, è impegnata nella corsa all’intelligenza artificiale insieme con i principali colossi della tecnologia, da Apple a OpenAI, passando per Google e Microsoft.
In questo settore, il suo prodotto di punta si chiama Meta AI e nelle scorse settimane l’azienda ha avvisato apertamente gli utenti dei suoi principali social network (via mail e attraverso le notifiche delle app) che parte delle loro infomazioni, i loro dati, quello che postano, le immagini e i video che condividono online, cioè più o meno tutto tranne i messaggi privati, potrebbe essere usato per addestrare e allenare il modello di linguaggio su cui si basa la nuova IA di Zuckerberg.
Cosa può fare Meta con i nostri contenuti
Come su Italian Tech abbiamo ricordato spesso (qui, per esempio), Meta può già fare praticamente tutto con i contenuti che postiamo, grazie alle autorizzazioni che concediamo al momento dell’iscrizione a Facebook o Instagram. Questa è un’ulteriore cosa in più ed è una novità, che sta già suscitando parecchie polemiche e sollevando dubbi di legittimità in Europa: per gli utenti è una cosiddetta opzione opt-in, che è cioè attiva di default. Ma da cui ci si può chiamare fuori, con un procedura non molto semplice: la spieghiamo di seguito, ricordando che va avviata entro il 26 giugno.
Come opporsi all’uso dei propri dati per Meta AI
Sia per Facebook sia per Instagram si può passare dal sito oppure dall’app, anche se non è onestamente facilissimo districarsi fra le varie opzioni legate ad Account, Impostazioni, Privacy e così via. In generale, si clicca sull’icona delle 3 righe orizzontali dalla pagina del profilo per accedere alle Impostazioni, si scorre tutto sino in fondo per trovare la voce Informazioni, si entra e poi si clicca su Informativa sulla Privacy e in quella pagina sconfinata si deve cliccare in alto su Diritto di Opposizione.
Dopo averlo fatto, si arriva su una pagina che per Facebook è questa, cui collegarsi ovviamente dopo essersi fatti riconoscere come utente: scorrendola va indicato il Paese di provenienza, la propria mail (è meglio inserire quella usata per creare l’account) e anche vanno compilati due campi con le ragioni per cui si vogliono escludere i propri dati dal training di Meta AI.
Qui si può scrivere più o meno quello che si vuole (come “non voglio cedere le mie informazioni” o “non sono tranquilla a sapere che le mie informazioni verranno usate a questo scopo”) ma il consiglio è quello di inserire qualche riferimento esplicito al GDPR.
La violazione del GDPR
Secondo molti esperti del tema, citare il regolamento europeo che tutela la privacy delle persone online (magari con una frase tipo “questa raccolta dati vìola il GDPR” o “è in contrasto con i princìpi del GDPR”) farà sì che la richiesta venga presa da Meta con ulteriore e maggiore serietà.
Dopo avere cliccato su Conferma, una finestra invita a inserire il codice temporaneo che dovrebbe essere arrivato via mail, senza il quale la procedura non può essere completata.
Dopo averlo fatto, e cliccato nuovamente su Conferma, la finestra viene chiusa, compare un pop-up che dice che “Ti ringraziamo per aver contattato Meta” e che “Esamineremo la tua richiesta il prima possibile”. Nell’arco di pochi secondi si riceve (si dovrebbe ricevere) una mail che dice che “abbiamo esaminato la tua richiesta e accogliamo la tua obiezione. La tua richiesta verrà applicata da questo momento in poi”. Che nel linguaggio di Meta vuole dire che da lì in avanti le proprie informazioni non verranno usate per allenare l’IA di Menlo Park.
Per Instagram è tutto uguale, ma ovviamente la pagina di partenza è un’altra: è questa, si inserisce il Paese di provenienza, la mail, si compilano i due campi citando il GDPR, si aspetta il codice identificativo, lo si aggiunge, si clicca su Conferma ed è fatta. O dovrebbe essere fatta, almeno.
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